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La presunta sindrome di alienazione genitorialeo o parentale (PAS)

L'obiettivo di questo sito è quello di svolgere una corretta informazione su questa inesistente malattia.

E-book sulla PAS


Nell'appendice a questo e-book una completa trattazione della PAS con le critiche della comunità scientifica e la recente dichiarazione del Governo Italiano contraria all'uso della PAS.

E-book Psichiatria per Tutti LA PAS IN 350 PAROLE

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PAS: L'ORRORE DEL TERZO MILLENNIO

Voglio parlare qui di alcune storie; storie di madri finite nel girone infernale della PAS, la cosiddetta "Sindrome di alienazione genitoriale". Storie di madri che da un giorno all’altro, dal momento della separazione coniugale, si sono trovate a combattere nei tribunali per i loro figli, per sottrarli alla violenza paterna e in alcuni casi all’abuso sessuale paterno. Madri e bambini che non vengono creduti dai tecnici (medici, psicologi, assistenti sociali) e che per questo motivo vengono sottoposti a snervanti, e costose, verifiche psicologiche che dovrebbero accertare il loro stato di salute ma che spesso hanno solo il compito di sancire, con il timbro della ‘scienza’ ciò che sin dall’inizio è stato stabilito: i bambini mentono e i padri hanno il diritto di tenere i figli con sé anche se i figli rifiutano.

Ho posto bene attenzione a rendere non identificabili luoghi e persone; i nomi sono fittizi, le località indicate pure. Certo, se qualcuno dei protagonisti involontari di queste storie dovesse leggerle probabilmente vi si riconoscerà; ma sarà lui a riconoscersi in esse, non è detto che le storie parlino davvero di lui. Probabilmente si riconosceranno nelle descrizioni alcuni ‘tecnici’ (CTU, Assistenti Sociali, Psicologi, Medici, Psichiatri, Neuropsichiatri infantili, Criminologi). Ecco, costoro vorrei che vi si riconoscessero; e, un pochino, si vergognassero.

Nel mettere a disposizione del pubblico queste storie non sono animato da alcun intento diffamatorio; l’unica mia motivazione è quella di far conoscere queste realtà, quello che può accadere quando una donna decide di separarsi dal coniuge, soprattutto se lo fa per sfuggire alla violenza in famiglia o per proteggere i suoi figli dagli abusi sessuali del padre. Ma voglio far conoscere anche la lobby dei sostenitori della PAS che è molto potente e nella quale si intersecano diversi livelli di potere e capacità di controllo dell’informazione.

[Andrea]
Anna ci sei? Devo chiederti alcune cose.
[Anna]
Sì, dimmi.
[Andrea]
Sto leggendo il materiale che mi hai mandato? Ma ci sono segnalazioni contro di te per maltrattamento dei bambini?
[Anna]
No, hanno inventato tutto loro, al Consultorio.
[Andrea]
Ma non è possibile scrivere fesserie fino a questo punto.
[Anna]
Purtroppo stai vedendo di cosa sono capaci.
[Andrea]
Ma tu hai per caso detto che non vuoi che i tuoi figli vedano il padre.
[Anna]
NOOO!!!!! è il contrario. Ho sempre detto a loro che voglio che i figli mantengano il rapporto col padre che è importante, ma non devono essere maltrattati.
[Andrea]
Fin qui ti seguo; ma i bambini hanno mai detto che non vogliono stare col padre?
[Anna]
No, nemmeno, ma se lui promette di venirli a prendere e poi non viene, nemmeno avvisa e li fa restar male, quando chiama gli dicono che non vogliono uscire con lui, ma poi vanno ugualmente.
[Andrea]
Ma allora questi sono proprio matti.
[Anna]
Adesso capisci perché ho paura, se il CTU conferma la PAS cosa succede ai bambini? Mi puoi consigliare qualcuno che mi aiuti?

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Da: ...@...
A: a.mazzeo@tin.it

Gentile Dott. Mazzeo,
sono un’assistente sociale di un consultorio familiare, fino a due mesi fa non mi ero mai interessata più di tanto alla PAS. Ora passo le mie serate su internet a cercare di saperne sempre di più. Nelle mie navigazioni ho trovato i suoi articoli su molti siti.
Quando ho iniziato a leggere della PAS immediatamente ho sentito un brivido corrermi dietro la schiena. La cosa mi terrorizza non solo perché ritengo la teoria assurda e ancora più assurdo che in Italia la si voglia inserire nella legge sull’affido condiviso, quando è stata scientificamente bocciata in America e Spagna, ma perché si sta "programmando" un delitto nei confronti di una bambina di 4 anni.
Un T.M. ha deciso di far passare per PAS una situazione in cui una madre ha avuto il coraggio di denunciare un abuso, su di lei e sulla figlia, ai servizi prima, ai carabinieri dopo.
La signora si è sempre attenuta alle prescrizioni del T.M. e dei servizi anche quando queste erano a dir poco assurde. Ha sottoposto la figlia a visite presso il Bambin Gesù, e da parte di un CTU nominato dalla Procura ordinaria. Tutte le valutazioni hanno concluso che la bambina ha avuto un contatto con la sessualità adulta anche se per l’età non era psicologicamente attendibile.
Gli specialisti hanno raccomandato al T.M. di tutelare la bambina ed il T.M. ad un certo punto inspiegabilmente (pensavo, ma ora ho qualche sospetto sul perché) ha iniziato a parlare di PAS perché la bambina ha iniziato a rifiutarsi di incontrare il padre in incontri protetti (che molto spesso protetti non sono stati).
Ora la signora si trova a dover affrontare una CTU lei, la bambina, i nonni materni, lo zio materno, il padre della bambina.
Quesito: "valutazione di PAS".
Naturalmente madre alienante padre alienato, sorvolo sul costo presunto della perizia non certo modico.


Da: ...@...
A: a.mazzeo@tin.it

Doc, perdonami, abuso della tua estrema disponibilità e ti pongo un quesito. Tu sai che vengo da una storia di maltrattamenti da parte del papà di mio figlio, per i quali è stato condannato. Dato che il piccolo da quattro anni a questa parte non vuole più vederlo perché vittima di violenza assistita, prima sono stata accusata di pas, ultimamente negli ultimi provvedimenti non si parla più di me ma di conflittualità. Tieni conto che io ho sempre giocato in rimessa ed è sempre stato il mio ex a produrre memorie dove mi si definiva psicotica e a chiedere fin dall’inizio la sua collocazione in istituto. Oggi i servizi sociali mi hanno chiesto di incontrare il padre perché solo così facendo il piccolo potrà convincersi a incontrarlo a sua volta. Ora ti chiedo: dal punto di vista psicologico si può chiedere a me una cosa del genere? cinquanta giorni di prognosi, stalking giudiziario da quattro anni, mai una scusa o un ripensamento, ogni volta che mi incontra per strada mi minaccia di morte, inoltre non mi aiuta a mantenere il piccolo. Sabato devo dare una risposta, io non voglio assolutamente vederlo e so di avere ragione vorrei solo motivare al meglio la mia scelta che penso sia un mio diritto dal punto di vista umano. Loro la mettono giù che se amo mio figlio dovrei farlo, ma io non penso proprio che mi si possa chiedere questo neppure in nome dell’amore che provo per mio figlio.
Mi aiuti a spiegare loro che non è giusto mi si chieda questo?
Grazie e scusa.
P.S. l’anno scorso durante gli incontri protetti il delinquente di fronte alla freddezza del figlio gli ha detto che se continuava così lo faceva mettere in istituto...l’educatore ha riferito al giudice che ha sospeso temporaneamente gli incontri. Ora vogliono riprenderli ma sanno che il bimbo non vuole vederlo e chiedono a me un passo verso il padre.



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