COM.SEP.

COMITATO PER LE SEPARAZIONI
IN DIFESA DI DONNE E BAMBINI
DA VIOLENZA E ABUSI SESSUALI

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  1. Cos'è la Pas, la sindrome che fa discutere gli psichiatri?. Salute 24, 12/10/2012. [link]

    La comunità internazionale è scettica sui presupposti scientifici di questa sindrome proposta nel 1985 da Richard Gardner che si concretizzerebbe in un abuso psicologico a carico del bambino volto a denigrare la figura di un altro genitore. Anche la figura di Gardner risulta ambigua e alimenta i dubbi. Quando nel 2003, all'età di 72 anni morì suicida, il New York Times pubblicò un necrologio che lo indicava come professore della Columbia University, salvo poi dover smentire l'annuncio precisando che il Dr Richard A. Gardner aveva mentito sulla sua posizione alla Columbia University, in quanto non era mai stato professore di Psichiatria Infantile presso il famoso ateneo americano, ma soltanto un volontario non retribuito.

  2. Il bambino di Cittadella (Padova) e la Sindrome di alienazione parentale, di Simona Napolitani. Blitz quotidiano, 12/10/2012. [link]

    "Perversione del diritto", "montature", "insieme di sciocchezze" con conseguenze pericolose per donne e bambini, sono alcune delle raccomandazioni dirette a giudici, pm, avvocati, psicologi, medici e organizzazioni sociali. Ossia a tutti quei professionisti che intervengono quando una coppia è coinvolta in una separazione: nell’89 % dei casi l'uomo secondo un esaustivo rapporto ufficiale elaborato dall’’Osservatorio sulla Violenza Domestica e di Genere, accusa l’altra di manipolare il bambino per fargli nutrire avversione per lui.
    Le perizie che classificano i bambini come non credibili sono basate su un’osservazione del soggetto per poco meno di 20 minuti o mezz’ora.
    ...
    La prima riflessione riguarda l'impossibilità di coniugare la PAS – ammesso che esista come istituto dotato di attendibilità – con i casi di violenza domestica; esiste un principio di genitorialità che viene violato se il marito maltratta la moglie, madre dei suoi figli. Una buona e sana genitorialità impone il rispetto dell’altro; pertanto chi viola picchiando, umiliando, denigrando e maltrattando l’altro coniuge/genitore non può pretendere la collaborazione dalla moglie/madre, la quale porta con sé e dentro di sé cicatrici spesso irremovibili.
    Come si può applicare un principio di parità tra genitori in sede di separazione, quando durante il matrimonio quella stessa parità è stata ignorata, violata e calpestata?
    L’art. 30 della Costituzione prevede il diritto – dovere dei genitori di educare, istruire e mantenere i figli, è un diritto dovere che fa capo ad entrambi, in egual misura, ma se il marito esercita violenza sulla moglie viola tale precetto perché viola il rispetto di una stabile e paritaria relazione genitoriale.
    Dopo aver ingiuriato, minacciato, aggredito, maltrattato, il marito nelle sedi processuali accusa la moglie di essere un genitore alienante: è un teorema cui non si può e non si deve dare seguito.
    ...
    Molto spesso la condotta violenta viene esercitata alla presenza dei figli minori.
    L’abuso di un genitore sull'altro (quasi sempre l'abuso del padre sulla madre) quando si verifica ad un età in cui il minore è ancora in una naturale relazione simbiotica con la madre, corrisponde, psicologicamente, ad una forma di maltrattamento sul bambino stesso, in questi casi si parla di bambini testimoni di violenza, oppure, di violenza assistita. Quanto ciò sia vero è confermato dalla recente sentenza della Cassazione (Sez. 5, Sentenza n. 41142 del 22/10/2010 ), secondo i Giudici di legittimità l’atmosfera che si crea in una situazione in cui si esercitano condotte di maltrattamento in famiglia è tale da condizionare in senso oppressivo e violento anche gli altri membri del nucleo familiare, anche se non sono soggetti passivi diretti dalla violenza. ... E’ perciò inverosimile sostenere che un minore possa avere una sindrome di alienazione genitoriale come classicamente descritta, poiché, per quanto è deducibile dagli atti il minore che assiste alle violenze di un genitore sull'altro è anch'esso vittima di violenza emozionale di grado elevato, determinata da una aggressività e violenza sistematica e protratta.
    Quindi il suo rifiuto di vedere ed incontrare il genitore non è riconducibile ad una alienazione da parte dell’altro, ma ai comportamenti violenti, a cui il bimbo ha assistito, assunti proprio dal genitore che denuncia l’alienazione.

  3. Storia svelata dalla telecamera ma purtroppo i casi sono molti, intervista allo psichiatra Paolo Crepet. Corriere del Veneto, 13/10/2012. [link]

    «So per esperienza che per i tribunali girano apprendisti stregoni, falliti che non sapendo cosa fare diventano periti e combinano cose inimmaginabili. Ho visto follie, che loro chiamano perizie: una ha tolto il figlio alla madre perchè non aveva la tivu».
    - De Nicola ha riscontrato in Leonardo la sindrome di Pas.
    - «Eehhh? Cos'è?».
    - La sindrome da alienazione parentale.
    - «Mai sentita».

  4. La sindrome e le false tesi. Se invece dei test si usano le supposizioni, di Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Psichiatria. La 27a Ora, 15/10/2012. [link]

    Travagliata fin dalla sua comparsa, la Sindrome di alienazione genitoriale (o Pas, dall’acronimo di Parental alienation syndrome) è una controversa e ipotetica dinamica psicologica disfunzionale non riconosciuta a livello scientifico in quanto priva di presupposti clinici, di validità e affidabilità che, secondo le teorie del discusso psichiatra statunitense Richard Gardner, si attiverebbe in alcune situazioni di separazione e divorzio conflittuali, non adeguatamente mediate.
    ...
    Allo stato attuale il DSM 4 TR (manuale diagnostico e statistico di disturbi mentali) non riconosce la Pas come sindrome o malattia, nè tale inclusione è prevista nell’edizione in uscita nel maggio 2013. Questo a causa della mancanza di dati a sostegno e di evidente ascientificità segnalata fin dal 1996 dalla Società americana di psichiatria.
    ...
    Il suo riconoscimento giudiziale è spesso stato considerato come rovinoso per i figli e tutti i tribunali che hanno vagliato la Pas al test di Frye (che rende ammissibile una teoria qualora accettata e consolidata) l’hanno rigettata. Queste tesi sono quindi soprattutto sostenute da alcune aree psicologiche, mentre la Società italiana di psichiatria non riconosce questo disturbo come una patologia.

  5. Dicono della Pas XII, dichiarazione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, 28/12/2012.[link]

    Da tutto quanto sopra esposto è stato possibile ricavare che la cosiddetta PAS è priva di riconoscimenti ufficiali in assenza di evidenze scientifiche e non è codificata dai principali sistemi classificativi delle malattie DSM-IV e ICD-10, mancando allo stato attuale criteri diagnostici condivisi nell’ambito della comunità scientifica.

  6. PAS, una sindrome indefinita. Dichiarazione della Società Italiana di Pediatria, 25/03/2013. [link]

    I pediatri ricordano che occorre sempre indirizzare gli sforzi alla tutela del rapporto madre/bambino e dell’intera famiglia. "Se i bambini soffrono per il divorzio dei genitori non devono essere etichettati con patologie, ma ascoltati, non obbligati ma aiutati. Se non vogliono vedere un genitore ci deve essere un motivo che va compreso" conclude Corsello. "Speriamo di non vedere mai più un bambino trascinato e portato laddove non vuole, nemmeno se si pensa che è per il suo bene".

  7. Minori, scacco matto alla PAS. Il Sole 24 Ore Sanità, 26 mar-1 apr 2013. [link]

    Luigi Cancrini, psichiatra e psicanalista di fama internazionale, presidente del Centro studi di terapia familiare e relazionale, non ha dubbi al riguardo: «Non faccio fatica a dire che la presunta Sindrome da alienazione parentale ha generato quella che può essere definita a tutti gli effetti una forma di violenza sui minori che toglie loro qualsiasi dignità di persona pensante».

  8. Cassazione: sindrome di alienazione parentale non c'è, di Simona Napolitani. Blitz quotidiano, 22/04/2013. [link]

    Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione ha negato validità scientifica alla così detta Sindrome di Alienazione Parentale e, di conseguenza, alcun suo fondamento ed attendibilità, rispetto alla soluzione di complesse e difficili dinamiche familiari.
    Si tratta di un problema assai grave e delicato, perché una diagnosi di Pas (oggi assai di moda e sempre più frequente nei provvedimenti giudiziari) può determinare scelte molto impegnative sul piano psicologico, con effetti anche irrimediabili, per la crescita dei minori.

  9. Pas: ne parliamo con lo psichiatra Andrea Mazzeo, intervista al Dr Andrea Mazzeo, 3/11/2013.[link]

    I motivi del rifiuto vanno indagati caso per caso, non si può generalizzare, non esiste una ricetta unica; di solito un rifiuto tenace scaturisce da esperienze traumatiche del bambino, è da qui che bisogna partire, non escludendo a priori l’eventuale manipolazione psicologica del minore. Bisogna farlo con i piedi ben piantati per terra, senza pregiudizi o teorie preconfezionate. E se, dopo tutti gli accertamenti necessari e rettamente condotti, ci si trova di fronte alla manipolazione psicologica del minore, la cosa va immediatamente segnalata al giudice che adotterà le decisioni che il caso richiede; non compete certo ai tecnici suggerire al giudice provvedimenti coercitivi o altro.

  10. Pas-siamo oltre, di Maria Serenella Pignotti, 24/01/2014. [link]

    E appunto ... aggiorna che ti aggiorna ... ho incontrato una idiozia che non ha uguali in medicina, ma che, per l'appunto ... fa guadagnare tanti soldini a tanti personaggi che magari non hanno mai visto un bambino, fatto salvo quelli spaventati e distrutti che si incontrano nelle aule dei Tribunali, né mai lavorato in Aziende dello Stato, non hanno curriculum verificabili, non hanno la minima idea di cosa significhi ascoltare un bambino o valutare il suo comportamento, né i suoi genitori, se non perché "per laurea" si attribuiscono tale capacità. E trovi magari i tuoi figli "valutati" da uno psicologo dello sport che bambini non ne ha mai visti o ti trovi valutata la tua "genitorialità" da un signore che non ha neanche capito che quella famiglia può essere stata sconquassata da una malattia devastante, ed invece di focalizzarsi su quella e sulle sue drammatiche conseguenze ti parla del complesso di Edipo che avevi col babbo, d'altra parte ... è un "gioco di aquiloni". In due parole ... viene confusa la parola "esperto" con "teorico", ed i magistrati non se ne accorgono, o non se ne vogliono accorgere.

  11. La presunta sindrome di alienazione genitoriale (PAS): tra ciarlataneria e disinformazione, di Andrea Mazzeo. Medicitalia, 02/05/2014. [link]

    Conclusione
    Alla luce di questa sintetica disamina della questione PAS lo scrivente ritiene che questo concetto (e anche quello analogo di alienazione genitoriale) non abbia alcuna base logica e scientifica per continuare a essere utilizzato nelle cause di affidamento dei minori; di fronte al rifiuto espresso da un bambino verso la relazione con un genitore è prioritario garantire in primo luogo la sicurezza del bambino dal genitore rifiutato.
    Dietro il rifiuto possono celarsi violenze fisiche o sessuali che vanno indagate senza pregiudizi e senza tabù; l'incesto, l'abuso sessuale sul minore, purtroppo si verificano, e non necessariamente in ambienti degradati dal punto di vista socio-culturale. Interrompere il circuito della violenza e dell'abuso sessuale dev'essere l'obiettivo primario, il focus dell'intervento dei professionisti della salute anche negli ambiti giudiziari, come CTU o CTP.

  12. Gentilmente, ditemi su che libri avete studiato, di Maria Serenella Pignotti, 1/04/2015.[link]

    ... mi si mostrino le ricerche scientifiche e quant’altro serve a supportare una tale decisione! E per cortesia non mi si risponda "È nel supremo interesse del minore"! Devo altrimenti ricordare che il concetto astratto di "supremo interesse del minore" è stato coniato dal regime nazista per portare via i bambini alle famiglie degli ebrei e dei tedeschi dissidenti. Da allora viene usato ampiamente nei Tribunali. Suona bene ed il principio astratto è giusto, ma, di fatto, inneggiando al "supremo interesse" gli adulti sono intitolati a fare tutto quello che LORO ritengono essere il "supremo interesse".
    Quindi, gentilmente, siccome non mi accontento e sono curiosa, qualcuno mi dice su quali libri si può studiare che sia nel supremo interesse di Antonio e di tutti i bambini coinvolti e che non scorderanno mai la scena essere privato della libertà, costretto a vedere persone che non vuole vedere, separato dagli affetti, dalla scuola, dallo sport, dalla casa attraverso un attacco della forza pubblica perpetrato in una scuola pubblica? E mi dite anche dove è scritto che un atto di tale violenza non sia violenza?
    E mi dite dove è scritto che i bambini, Antonio e gli altri, non ne avranno un danno reale e potente per tutta la vita? Ed infine, mi date per favore i riferimenti bibliografici che sostengono una buona prognosi per la relazione padre/bambino?

  13. Onde estão os direitos das crianças, di Clara Sottomayor. Capazes, 11/05/2015. [link]

    No exercício da parentalidade, homens e mulheres são avaliados ainda hoje por critérios diferentes, muito mais exigentes para estas. É que, quando se diz que os Tribunais entregam 90% das crianças à guarda da mãe, está-se a esquecer que na maioria dos casos as crianças ficam à guarda da mãe por opção dos próprios pais e não por decisão judicial. Os processos judiciais litigiosos de regulação das responsabilidades parentais, em que os pais discutem a guarda de uma criança, são uma das áreas em que a discriminação das mulheres é mais violenta e mais invisível para a sociedade: se é uma mãe autoritária, que impõe regras, já não é boa mãe porque é vista como uma mãe fria, a quem falta o carinho próprio de uma mãe; se é uma mãe meiga e protetora, então esgrime-se, com sucesso, o argumento de que é demasiado condescendente com os/as filhos/as e não sabe impor regras; se é uma mãe que trabalha a tempo inteiro, não tem disponibilidade para os filhos; se depois do divórcio sai à noite ou deixa os/as filhos/as com os avós, é uma galdéria e não sabe ser mãe; se pede aumento da pensão de alimentos para os/as filhos/as, porque o seu magro ordenado não chega para os/as sustentar quando crescem, então é vista como uma consumista, que se quer aproveitar das crianç as para extorquir dinheiro ao ex-companheiro.

  14. Affidamento di minori: Pas e alienazione parentale sono gli stessi concetti pseudoscientifici, di Nadia Somma. Il Fatto Quotidiano, 23/05/2015. [link]

    Qualcuno è giunto a sostenere che l'alienazione parentale sarebbe presente in questo capitolo perché vi ha letto la parola 'alienazione'; ma a parte l’infelice scelta del traduttore di rendere il termine 'estrangement', dell’originale, con 'alienazione' (se gli americani avessero voluto intendere alienazione avrebbero scritto alienation), di fianco a questa parola non si legge 'parentale'. Quindi ci si sta solo arrampicando sugli specchi.
    Nella sostanza, la teoria della Pas è nata per difendere in tribunale ciò che non è difendibile altrimenti: la violenza in famiglia o addirittura gli abusi sessuali sul bambino. Il suo scopo è solo quello di far pendere la bilancia della giustizia dalla parte del genitore violento o abusante; l'alienazione parentale si porta dietro questo vizio d'origine.
    È necessario verificare e approfondire se dietro ad un conflitto per l’affidamento dei figli può esserci il tentativo di un genitore di sottrarre i figli alla violenza o agli abusi dell’altro genitore altrimenti si rischia di occultare violenze e abusi grazie a concetti antiscientifici per modificare l’affidamento.
    Nel 2006 sono stati proprio i Procuratori americani a sostenere che la Pas è un pericolo per la giustizia penale, perché consente al genitore violento o abusante di sfuggire alla giustizia; in Italia siamo ancora lontani da questa presa di coscienza.

  15. Alienazione parentale o PAS: non può produrre danno alcuno ai bambini perché è un concetto privo di logica e di basi scientifiche, intervista al Dr Andrea Mazzeo, 27/11/2016. [link]

    Come già detto non esistono né l’alienazione parentale né un genitore alienante, è una terminologia che non trova cittadinanza nella psicologia e psichiatria ufficiali; si tratta di una sottocultura psicologica che si è fatta spazio nelle CTU per motivi essenzialmente economici (il genitore accusato di violenze o peggio di abusi sessuali, pur di evitare il processo è disposto a vendersi la camicia; e trova chi gliela compra). Del tutto risibile è la questione del cosiddetto conflitto di lealtà; il bambino che rifiuta il padre non vive alcun conflitto di lealtà, non ha alcun bisogno di manifestare lealtà al suo carnefice; i CTU ormai si rifugiano nelle favolette.

  16. Alienazione parentale: intervista allo psichiatra Andrea Mazzeo, 30/11/2016. [link]

    ... non esiste un solo lavoro, che risponda ai criteri oggi richiesti per essere definito scientifico, che dimostri questa alienazione parentale o la figura del cosiddetto genitore alienante. Gli scritti dei professionisti che sostengono questa teoria sono inzuppati di retorica patriarcale, di misoginia; e guai a criticarli. Mi ricorda la situazione del Medioevo quando, in vari campi della conoscenza, nessuno osava mettere in discussione l’autorità dei cosiddetti maestri, Aristotele nella filosofia della scienza, Tolomeo nell’astronomia, Galeno nella medicina, ecc. La rivoluzione scientifica del 1700 ha fatto piazza pulita di queste concezioni medioevali. Chi ancora sostiene in maniera acritica la teoria di Gardner è fermo a una concezione medioevale della psicologia, ignora le ricerche più recenti di psicobiologia che finalmente fondano lo studio delle emozioni e dei comportamenti su basi scientifiche certe e obiettive, dimostrabili e replicabili.
    Da questo punto di vista il rifiuto del bambino di frequentare un genitore è conseguenza della paura che il bambino ha del genitore rifiutato; la paura è un’emozione primaria, innata, che non può essere indotta perché è generata da un’area del cervello, il mesencefalo, che presiede alle funzioni neurovegetative e ai comportamenti che garantiscono la sopravvivenza individuale, funzioni che non sono sotto il controllo volontario. Gli unici stimoli, in laboratorio e nella vita reale, che possono attivare queste zone sono il dolore e la percezione del pericolo. Dietro la paura del bambino, che porta al rifiuto, c’è il dolore che il genitore rifiutato gli ha provocato e la percezione che la relazione con questo genitore rappresenta per lui un pericolo; con il rifiuto il bambino cerca di stare lontano dal dolore e dal pericolo. Mi dirà: ma un genitore può rappresentare un pericolo per un bambino? Se si tratta di un genitore violento o abusante, sì, è un pericolo concreto per il bambino, e vari fatti di cronaca lo dimostrano. Se si tratta di un genitore amorevole, protettivo verso il bambino, del quale il bambino ha fiducia, non c’è modo di allontanarlo dal bambino; qualcuno ci provi ad allontanare da un bambino un genitore amorevole e vedrà da sé cosa accade.

  17. Quando il figlicidio è femminicidio: violenza di genere e violenza assistita.Strumenti giuridici e medico-legali per la tutela delle vittime, di Maria Serenella Pignotti, 1/03/2017. [link]

    Se in ambito penale si riconosce come vittima di maltrattamenti la madre, la giustizia che si occupa delle cause famigliari (separazioni, diritto di visita), tende ad affidarsi pericolosamente alla massima: "il fatto che sia un cattivo marito non significa che sia un cattivo padre", senza tenere conto che più del 40% dei bambini esposti a violenze coniugali sono essi stessi vittime di violenze fisiche o psicologiche commesse dallo stesso autore e anche quando non sono oggetto di maltrattamenti, costretti ad assistere alla violenza perpetrata su una persona fondamentale come la madre, subiscono un trauma che farà patire loro conseguenze analoghe a quelle di un bambino che abbia subito direttamente la violenza. Dopo la separazione, l’esercizio della responsabilità genitoriale è spesso lo strumento per mezzo del quale un uomo maltrattante può continuare a controllare e perseguitare le sue vittime, che sono tutti i membri della famiglia.